🔥DELITTO DI COGNE: “SAMUELE NON ERA…” LA TRAGICA CONFESSIONE DI ANNA MARIA FRANZONI DOPO 23 ANNI

Un’ombra inquietante si staglia sul delitto di Cogne, un caso che ha segnato profondamente la cronaca italiana. A distanza di 23 anni dalla morte del piccolo Samuele Lorenzi, la madre Annamaria Franzoni ha rilasciato una confessione che riaccende il dibattito su una delle tragedie più scioccanti del nostro Paese. “Samuele non era…”, ha detto, lasciando intendere che la verità potrebbe essere ben diversa da quella che conosciamo.

Era il 30 gennaio 2002 quando il corpo senza vita di Samuele, solo tre anni, venne trovato nella sua casa a Cogne, un tranquillo paesino della Valle d’Aosta. L’orrenda scena, con il bambino colpito alla testa e le lenzuola intrise di sangue, ha scatenato un’ondata di shock e indignazione. Fin da subito, Annamaria Franzoni è stata indicata come la principale sospettata. La sua condanna ha sollevato interrogativi e teorie alternative che continuano a circolare.

La confessione recente di Annamaria, che ha affermato di aver detto al marito: “Mi aiuti a fare un altro figlio, poi ce ne andiamo da questo posto”, ha sollevato un velo di mistero. Perché una madre, subito dopo la morte del proprio figlio, penserebbe a fuggire e a sostituirlo? Questa frase, letta alla luce dei fatti, potrebbe rivelare un oscuro segreto mai confessato.

Le indagini hanno sempre escluso la possibilità di un intruso in casa, nonostante Franzoni avesse accennato a un possibile ingresso non autorizzato. Ma se qualcuno avesse avuto una chiave? E perché l’arma del delitto non è mai stata trovata? Sono domande che continuano a tormentare chi segue il caso. La tempistica dell’omicidio, con Annamaria che avrebbe avuto solo pochi minuti per compiere l’atto e nascondere le prove, è un’altra questione che fa discutere.

Dopo aver scontato la pena, Annamaria ha ricostruito la sua vita a Montecuto Vallese, dove gestisce un agriturismo e ha avuto un altro figlio. Ma come si può davvero lasciarsi alle spalle una tragedia così profonda? E se fosse innocente, perché non ha mai chiesto la riapertura delle indagini?

Il caso di Cogne rimane avvolto nel mistero, con troppe domande senza risposta. La confessione di Annamaria e le ombre del passato continuano a inquietare, mentre l’arma del delitto e la verità sfuggono ancora. L’Italia aspetta risposte, ma il silenzio pesa come un macigno.

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