
Un’onda di indignazione travolge l’Italia dopo le clamorose dichiarazioni di Vittorio Feltri, che riaccendono il dibattito sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto quasi 20 anni fa a Garlasco.
Con un intervento incendiario, il noto giornalista ha messo in discussione la condanna di Alberto Stasi, sostenendo che un innocente sta scontando una pena ingiusta, mentre il vero colpevole resta libero.
Feltri, da sempre critico nei confronti delle indagini condotte, ha descritto il caso come un esempio di giustizia fallita. Secondo lui, l’assenza di prove decisive, l’assenza di un movente e l’assenza di un’arma collegata a Stasi gettano un’ombra inquietante sulla condanna. “È un pregiudizio che ha portato a un automatismo psicologico, puntando il dito sul fidanzato senza esplorare altre piste”, ha affermato.
Ma non è tutto. Feltri ha rivelato che nuove indagini hanno portato all’iscrizione di un altro indagato, riaccendendo le polemiche sulle prime fasi investigative. Ha suggerito che elementi digitali, come messaggi cancellati o file compromettenti, potrebbero contenere la chiave per risolvere il mistero. “La giustizia sta cercando di rimediare a un errore troppo pesante”, ha avvertito, evocando possibili ombre di corruzione attorno a figure vicine al nuovo indagato.
Concludendo il suo intervento, Feltri ha lanciato un appello alla società: “A Garlasco, la giustizia ha fallito e il prezzo è un innocente in galera”. Le sue parole hanno scatenato un acceso dibattito pubblico, con molti che chiedono una revisione del caso. La situazione è in continua evoluzione e il paese è in attesa di sviluppi cruciali. Cosa ne pensano i cittadini? È tempo di far sentire la propria voce e chiedere giustizia.